domenica 31 maggio 2015

MA’MUNIA



Un analogo piatto medievale fatto con riso prendeva probabilmente nome dal califfo Ma’moun, che regnò nel decimo secolo. Oggi in Siria il ma’mounia è preparato con il semolino e servito alla prima colazione. Un tempo trasudava burro, ma oggi si tende a usarne molto meno. Potrà essere più o meno dolce, più o meno denso, fatto con acqua o con latte o con entrambi: a vostro gusto. La misurazione in tazze è più semplice.

INGREDIENTI

1 tazza di semolino
2 tazze di latte
60 g di burro
1 tazza di zucchero (io ho utilizzato quello di canna)
cannella

PROCEDIMENTO

Portate a bollore 1 tazza di acqua con il latte e lo zucchero. In un’ampia casseruola fate fondere il burro, unite il semolino, poi, poco per volta e mescolando, il mix di latte bollente, mescolando continuamente su fiamma molto bassa, e fate cuocere per alcuni minuti fino a che il composto sarà ben addensato.

Lasciatelo riposare per 15 minuti prima di suddividerlo nelle scodelle individuali e spolverizzatene di cannella la superficie.
Potete accompagnarlo con della panna molto densa, o mascarpone, e guarnirlo con pinoli tostati e mandorle, nocciole e noci, tutti tritati.

Ho provato diverse varianti di questo veloce e delicatissimo dessert, che avrò cura di postare nel corso dell’estate. Come suggerisce l’autrice del libro, l’ho assaggiato con panna e/o mascarpone e frutta secca. Ogni volta un vero viaggio nel gusto!

Ricetta e introduzione tratta dal libro “La cucina del Medio Oriente  e del nord Africa” di Claudia Roden casa editrice Ponte alle Grazie

mercoledì 20 maggio 2015

PANE MARTINO ALLE NOCI


Il pane Martino è quasi un elogio dell’autunno, per la presenza delle noci. Forse nato per un intuito legato a tre elementi della madia di casa, il pane tondo (a volte segnato da una croce) ha probabili origini del nome tratte proprio dalla figura di San Martino e alla leggenda della sua generosità nei confronti di chi incontrava sulla sua strada di soldato a cavallo in viaggio dalla Provenza verso Roma.

Non ci sono documenti e quindi ci si richiama solo alla probabilità: forse il pane veniva offerto a chi transitava sulle vie che conducevano a Roma o, per cammino inverso, a Santiago in Spagna. La farina di castagne è sempre stata una risorsa per la Lunigiana storica.

Informazioni tratte dal sito web: Slow Food

INGREDIENTI

PER IL PRIMO IMPASTO

50 g di farina tipo 00 (io ho usato la kamut)
50 g di farina di castagne bio
30 g di lievito di birra (io ho usato il lievito madre secco)
100 ml di acqua tiepida

PER IL SECONDO IMPASTO

300 g di farina 00 (kamut)
200 g di farina di castagne bio
300 ml di acqua
1 cucchiaio di olio evo
sale q.b.
250 g di noci

PROCEDIMENTO

Impastate 50 g di farina 00 con 50 g di farina di castagne e il lievito di birra sciolto in 100 ml di acqua tiepida. (Se utilizzate il lievito madre secco potete omettere il passaggio e unire poi il suddetto alle farine e aggiungere l’acqua alle polveri)

Lavorate la pasta a lungo e lentamente, poi formate un panetto, incidetene la superficie a croce e lasciatelo lievitare per un paio di ore.(Io ho coperto il panetto con un canovaccio)
Aggiungete quindi la farina 00, la farina di castagne, l’acqua, l’olio e un po’ di sale. Lavorate l’impasto e incidete nuovamente la superficie del panetto, coprite con il canovaccio e lasciate lievitare per altre due ore.

Trascorso questo tempo impastate di nuovo il pane incorporandovi, con delicatezza, i gherigli di noce, dategli una forma ovale ed allungata e trasferitelo su una placca appena unta di olio e rivestita di carta forno.

Praticate dei mezzi buchi su tutta la superficie con l’indice della mano, quindi lasciate riposare ancora per 20 minuti prima di cuocere in forno a 180° per 40 minuti. Servite tiepido.

Io ho gustato questo pane da solo, in abbinamento a salumi e per colazione accompagnato dalla marmellata di ciliegie. Una combinazione deliziosa.

Ricetta tratta dal libro “La castagna. Fra tradizioni, leggende e gastronomia” di Andrea Zanfi Carlo Cambi editore

giovedì 7 maggio 2015

BANANA CAKE



In questa ricetta ritroverete la  dolce familiarità del classico banana bread, ma con qualche modifica che renderà questa ben nota delizia leggermente diversa nel sapore ma non nella sua consistenza.

«Io credo che l’elisir della sapienza, nella cucina come nella vita, sia la generosità.»

Incipit tratto da “I quaderni di Lanzarote” di J. Saramago

INGREDIENTI

100 g di farina kamut
20 g di farina manitoba
30 g di farina di castagne
1 bustina di cremor tartaro
1 cucchiaino di bicarbonato di sodio
30 g di zucchero di canna qualità cassonade
30 g di brown sugar
160/170 g di yogurt alla vaniglia bio
170 g di banana schiacciata
140 g di cioccolato fondente a pezzi
20 mandorle con la pellicola ridotte in pezzi
5 cucchiai di olio di arachidi
2 uova
1 cucchiaino di cannella in polvere

PER SERVIRE

gelato fior di latte

PROCEDIMENTO

Mettete in una ciotola tutti gli ingredienti secchi ovvero: le farine, il cremor tartaro e il bicarbonato setacciati, lo zucchero e la cannella e mescolateli. Riunite in un altro recipiente gli ingredienti umidi: lo yogurt, l’olio e le uova leggermente sbattute.

Inglobate insieme tutti gli ingredienti e unite da ultimo la banana e il cioccolato.

Versate il composto in una teglia precedentemente imburrata e infarinata, cospargetene la superficie con le mandorle a pezzi e ponetela nel forno caldo a 170 ° per 45/50 minuti. Abbiate sempre cura di utilizzare uno stuzzicadenti per verificare la cottura della torta.

Attendete che il dolce sia completamente freddo prima di sformarlo. Servite in accompagnamento a una pallina di gelato fior di latte